giovedì 2 febbraio 2012

La Mezza di San Valerio (già di San Gaudenzio)

Una mezza maratona dal sapore decisamente nostalgico.


Prologo
Un anno fa a San Gaudenzio conobbi per la prima volta Cristiano. Come ben sanno i lettori di Piovono Runners, conobbi Carletto pochi giorni prima, all'esame scritto da avvocato.

I due Podisti che Piovono avevano annunciato che avrebbero corso a San Gaudenzio. "Una mezza maratona il 23 gennaio, che strano." pensai. "Però, si incastra perfettamente nella tabella. E poi finalmente ho l'occasione di rincontrare Carletto, che non vedo dall'esame, e di conoscere Cristiano."

Fu così che mi aggregai all'allegra comitiva. Da quell'avventura uscirono tre post, due su Piovono Runners, a firma di Cristiano: http://piovonorunners.blogspot.com/2011/01/quattro-runners-una-domenica.html
e di Carletto: http://piovonorunners.blogspot.com/2011/01/dont-try-this-at-home.html
Uno su Milano-Londra, il blog che curavo all'epoca: http://milanolondra.blogspot.com/2011/01/clamoroso-san-gaudenzio.html

Il resto è storia di Piovono Runners.

Mi scuseranno i miei colleghi che piovono, ma è dal post di Milano-Londra che mi permetto di partire.

All'epoca raccontai della sfida con Gigi di Bergamo. E di come in realtà la mezza maratona non si tenesse a San Gaudenzio, ma a Casalbeltrame, in provincia di Novara.

Ancora mi stupisce la cosa. San Gaudenzio non è un paese. E' un vero e proprio santo. Patrono della diocesi di Novara. Sapete perché la mezza maratona di San Gaudenzio si chiama così? Perché San Gaudenzio si festeggia il 22 gennaio. Non sta scritto in nessun calendario dei santi, ma in Provincia di Novara sono convinti che sia così. E anche su Wikipedia. La mezza maratona l'anno scorso era il 23 gennaio, ci poteva anche stare che si chiamasse di San Gaudenzio.

Sapete quando si è tenuta quest'anno? Il 22 gennaio, giorno di San Gaudenzio? No, il 29 gennaio, giorno in cui si festeggia San Valerio, Vescovo di Treviri e protettore dei podisti fighi.

Ecco perché, d'ora innanzi, la mezza maratona che ho corso insieme ad altri amici, si chiamerà Mezza Maratona di San Valerio. Checché ne dicano gli organizzatori.

(nella foto: un devoto di San Valerio)

La Mezza di San Valerio
Gli organizzatori quest'anno hanno deciso
  1. che la mezza maratona di San Valerio si tenesse il giorno in cui si festeggia San Valerio (da cui il nome);
  2. che la mezza maratona di Casalbeltrame (altro nome della mezza maratona di San Valerio) non passasse da Casalbeltrame. Partenza e arrivo a Novara, passando per le perle della provincia novarese. Roba da invidiare il paesaggio della Stragelada.
La mattina comincia male ma si riprende in fretta. Sveglia alle 5.30, caffè e orzo pregermogliato, viaggio in macchina con Dario e Donata, fantastica coppia Marziana, e con Simona, fantastica Marziana.

Grazie all'inquinamento atmosferico, Milano non è toccata dalla neve. Novara sì. Appena scesi dalla macchina ci troviamo in mezzo a una pozza biancastra e umidiccia. No, non si trattava di Rocco Siffredi. Palta di neve in ogni dove.

Per fortuna non mi sono portato le scarpe per il cambio, avrei bagnato anche quelle.

Incontriamo gli altri Podisti da Marte e ci facciamo immortalare dal mitico Antonio Capasso.


Inizio a riscaldarmi con Massimo, detto il Bigno. E ce n'è davvero tanto, ma tanto tanto, bisogno. "A quanto la corri?". "Mah, voglio andare tranquillo, sto preparando una 100 km". "A beh".

(nella foto: al centro uno che prepara una 100km)
Ci asserragliamo stretti stretti alla partenza. Ma tanto stretti stretti, che fa freddo. Il classico sparo e partiamo.

La Mezza di San Valerio apre la stagione di corsa su strada. Prima di questa non ci sono gare agonistiche nel nord ovest. Non stupisce quindi vedere 850 persone alla partenza, nonostante gelo e neve. Stupisce un po' di più la scena successiva allo sparo. Ci si aspetterebbe tapascioni infreddoliti che si riscaldano i primi due km. Assistiamo invece alla cavalcata degli gnu di releonesca memoria.

In questa cavalcata me ce infilo, e chiudo il primo km in 3'50''. Il secondo rallento, che l'obbiettivo era restare intorno a 4'05'' al km, finire la gara intorno a 1 ora e 26 minuti. Il terzo accelero, che chi se ne impippa dell'obbiettivo.

Saluto Bigno e mi aggrego a Cip e Ciop. Cip veste di giallo, ha l'aria di quello che la sa lunga. Ciop veste di bianco e nero, ha tanta aria dentro l'intestino. E le fa lunghe.

Dai discorsi di Cip e Ciop capisco che vanno a 4' al km dalla partenza. Due macchine. "Posso aggregarmi?" chiedo. "PROOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOT" risponde Ciop. Tre macchine.

Dall'8° km parte un vento gelido in direzione contraria. Che fortuna, la neve cominciava a darmi fastidio. Contro ogni legge della fisica, della geografia, della Repubblica, il vento gelido contrario non ci abbandonerà più.

Il freddo al pancino, mio acerrimo nemico non mi dà tregua. La pizza della sera prima diventa più che un ricordo. Io e Ciop intoniamo i cori tipici delle valli orobiche: "PROOOOOOOOOOOOOT" "PRAAAAAAAAT" "PROPROPROROPROT" "PRAPROPRAPROPROT". Peccato che le selezioni per Sanremo siano già concluse.

Al 13° km, oltre al vento gelido, incontriamo il cavalcavia bastardo. Stringiamo i denti (e lo sfintere) e spingiamo sulle gambe. Chiuso il 13° km in 4 minuti e 2 secondi. Sfangata (quasi), ma lo sforzo disumano ci distrugge. 14° km in 4'05'', 15° km in 4'07''. Cip e Ciop si fermano, era programmato. "Prendiamo la bomba e ripartiamo" dice Ciop. Non mi fermo e, temendo l'atomica novarese, cerco di mettere quanti più chilometri possibili tra me e Ciop.

15°, 16° e 17° km tutti sopra i 4'05''. Al 17° km vorrei solo cedere e andare a dormire. Quand'ecco si avvicina il Saggio della Montagna.
SdM: "I tuoi amici ti hanno abbandonato."
V: "Mi raggiungeranno."
S: "Usa la forza."
V: "Scusi?"
S: "Tu che sei giovane (e preparato n.d.r.) va'. Usa la forza. Parti, parti adesso."
V: "Ma è presto!"
S: "Ce la puoi fare."
V: "Ma perché dovrei? Non posso accontentarmi di questo ritmo, peraltro già piuttosto sostenuto, considerate anche le condizioni climatiche avverse?"
S: "Questo dialogo immaginario sta durando troppo, mi sono limitato a dire "parti adesso, che manca poco" non farla tanto lunga."
V: "Mi scusi."

Parto e chiudo il 17° km in 4'03''. Vorrei fermarmi, vorrei quantomeno rallentare. Ma non voglio deludere il Saggio della Montagna. Voglio accelerare. Accelero. Supero l'Uomo dal Catarro Pesante. Evito il catarro dell'Uomo dal Catarro Pesante. 3'47'', 3'38'', 3'35''. Mi giro. Retrocorro...


... mi rigiro...


Esulto.

Tutte le foto si trovano qui.
1 ora 24 minuti 40 secondi.
[Cliccare per ingrandire. Classifica qui]
Secondo miglior tempo sulla Mezza Maratona. Poco dopo arrivano il Saggio della Montagna, e Cip e Ciop, che mi saluta a modo suo. L'anno scorso dovevo ringraziare Gigi di Bergamo. Quest'anno sono stati loro a ispirare la volata. Loro e il gorgonzola, ovviamente.

(nella foto: Dario aspetta l'arrivo di Donata. Insieme a un uomo felice)
Per la cronaca: quattro bicchieri di vin brulè, due piatti di polenta e gorgonzola, uno di risotto col gorgonzola (c'era troppa fila per il bis), biscotti e fette biscottate assortiti. Caffè. Non ci si fa mancare nulla, il giorno di San Valerio.

martedì 31 gennaio 2012

Alla ricerca dei tempi perduti

Come va?
Bene, grazie.

Mentre Nizza è in letargo (ma non preoccupatevi, bambini, presto tornerà a rubare i vostri cestini da picnic insieme a Bubu), Carlo studia le protesi di Pistorius come idea per tornare a correre e Valerio fende la neve della bassa novarese, io vado avanti nella preparazione della Maratona di Treviso.

Perchè il 4 marzo corro la seconda maratona della mia vita, ricordate? Ovvio che sì.

La seconda maratona è la più difficile nella vita di un artista, si sa. E io ho fatto di tutto per complicarmela ulteriormente. Sono finito invischiato in una tabella per gente seria, che prevedeva fino a sei allenamenti a settimana. Mi sono subito fatto lo sconto portandoli a quattro. Ad oggi, ad un mese dalla gara, posso dire che, se va bene, la media è stata di tre allenamenti e mezzo.
Molti degli allenamenti infrasettimanali prevedevano chilometraggi ingestibili per me. A Girolandia ingestibili significa superiori ai 14-15 km, quelli che non sono pigiabili in una pausa pranzo ma prevedono o di svegliarsi troppo presto la mattina o di trovare la voglia di farli la sera.
Questo ha comportato che non mi sono solo concesso sconti sul numero degli allenamenti, ma anche sulla loro durata.
Sconti, sconti, sconti. E' la crisi.

Per carità, sveglie alle 7 e uscite a <0 gradi non me ne sono fatte mancare (l'ultima oggi) e un paio di volte ho rischiato seriamente di rimanere chiuso dentro i Giardini di P.ta Venezia la sera. Insomma, non mi sono imborghesito del tutto, dai.
Sono reduce anche da tre domeniche di lunghi in cui ho infilato un 30, un 28 e un 32 con performance al chilometro che sono migliorate di volta in volta. La prossima domenica vorrei tentare un 35, traguardo mai raggiunto negli allenamenti che l'anno scorso mi hanno portato a Roma.
Ho quasi del tutto abbandonato il tapis roulant, preferendogli anche a dicembre e gennaio fredde corse lungo la Martesana, in pausa pranzo.
Ho scoperto che fare i 12 km al mattino è bellissimo, perchè al ritorno mi fermo a chiacchierare con mia sorella nell'area cani di Piazza Vetra, con il suo cane che mi guarda come fossi un eroe e mi omaggia a modo suo.
Ho esplorato parchi di Milano mai battuti, per variare gli scenari dei mie lunghissimi domenicali: Lambro, Forlanini, Parco Nord. Un'attenta disamina dei parchi milanesi meriterà un post apposito, prossimamente.
Ho ritrovato il piacere di correre dopo alcune settimane, a cavallo di Natale, in cui facevo fatica anche solo a mettere il naso fuori di casa. E ora aspetto i lunghissimi domenicali come una fatica fatta di puro piacere (rendo l'idea?). Quant'è bello il momento in cui il gps raggiunge la fatidica cifra che ti sei prefissato e finalmente rallenti e la soddisfazione ti scende dal cervello, alla gola, al cuore.
Domenica scorsa, per dire, al 29esimo chilometro passavo proprio davanti a Pattini&Marinoni in Solferino. Mi sono fermato, ho comprato un metro quadro di focaccia e ho fatto gli ultimi tre km con quel tesoro sotto il braccio. Sono valsi più di tutto il chilometraggio che li ha preceduti. Sono stati anche più lunghi dei primi ventinove. Vi garantisco che dopo  due ore e mezza di corsa, fare l'ultimo quarto d'ora con un pezzo di focaccia che ti aspetta sotto braccio è una tortura meravigliosa.
Allo scoccare del 32esimo ero ai miei soliti Giardini. Mi sono spiaggiato sulla prima panchina a disposizione e ho addentato quella focaccia come se non ci fosse un domani.
In quel momento, con il gelo attorno, la fatica dentro e la focaccia in mano, credo di aver afferrato quel concetto di Proust e della madelaine.

Proust vede l'esperienza epifanica come esperienza già ‘ideale’. L'idea o l'essenza dell'esperienza si dà nell'esperienza stessa. Non c'è una madeleine pura dietro la madeleine immersa nel tè caldo di Marcel. Quell'esperienza è già ideale, è già una briciola di tempo puro, una scheggia di eternità che salva la vita dalla sua transitorietà. Perché dietro la ricerca del Tempo perduto e gli infiniti errori, deformazioni, fraintendimenti di questa peripezia, si manifesta il volto di quella Verità che invano si cercherebbe avanti, prima di tutto, all'origine o a priori. (Wikipedia)


Buona corsa a tutti, amici di piovonorunners.