mercoledì 11 maggio 2011

Milano by run

Cristiano è sulla Croisette. Mare, spiaggia, sole, film e corsa. E ricevimenti e tappeti rossi e starlettes.

Valerio è un globetrotter della corsa. Londra, Cambridge, Oxford. Parchi e alberi da scalare. Barche da remare e pinte di birra da scolare.

Nizza è in un laboratorio segreto, sta piegando il proprio corpo ai suoi desideri. A colpi di bisturi laser e sedute di pranoterapia.

A me rimane il Parco Sempione.

Tristezza direte voi, nemmeno uno straccio di canale al femminile con il quale giocherellare ai doppi sensi.

Solo gambe e sudore.

Ma è così che mi piace.

A me piace il sudore.

Il sudore di fianco ai fighetti al Deseo.

Scambio di sguardi.

A volte un balenare di ciglia e di azzurro iride.

Uno, due passaggi. Il bianco di un sorriso.

Di nuovo gambe e sudore.

Casa

martedì 10 maggio 2011

Il Progetto Manhattan? Robetta

Se ne erano perse le tracce. Lui, beffardo, mandava foto senza volto. La segretezza, all'improvviso, la sua priorità. Ora è pronto, e lancia la sfida al futuro. Nizza è tornato

C’è chi espatria in territorio nemico, dai nostri vicini mangia lumache.
C’è chi predilige il Mare Nostrum per le sue scorribande.
C’è chi addirittura si spinge fino in Inghilterra per le sue prove podistiche.
E c’è chi come me, invece, va in campagna a giocare con la sua nipotina ottenendo una storta alla caviglia sinistra.

Per tutto questo c’è un motivo ben preciso. C’è una missione. Tutto ha un senso.

Il runner è un alchimista, uno scienziato in perenne divenire. È una persona che studia l’ambiente circostante, così da carpire dalla natura ogni più piccolo segreto per migliorare al massimo le proprie prestazioni.
Lo si vede all'inizio, nella creazione della playlist. Uno strumento utilissimo per ingranare, ma altrettanto difficile da realizzare. È come la nitroglicerina, deve essere miscelata alla perfezione, con i ritmi giusti, così da non esplodere immediatamente segando le gambe e distruggendo subito ogni sogno di gloria. E come ogni studioso, il runner  si evolve e impara nuovi strumenti, arrivando, ad esempio, ad utilizzare la natura come sottofondo musicale. 

Ma non finisce qui però.
Come diceva Eraclito, noto filosofo ma sopratutto runner, il divenire è la sostanza dell’essere.

Per questo Cristiano parte in missione in Francia, alla scoperta dei segreti che resero famosi antichi Galli che portavano il nome di Asterix e Obelix.
Personaggi leggendari che erano dotati di una forza incredibile, dopo che avevano bevuto un intruglio magico.

Carlo invece, come i più pazzi ma anche i più lungimiranti scienziati, dal suolo patrio testa su se stesso gli effetti di un famoso detto da saggezza popolare, e cioè che il vino rosso fa sangue.
E siccome sono certo che tutti voi guardavate “Siamo fatti così”, capirete l’importanza di questo studio accurato che Carlo ha affrontato.

Valerio da parte sua, è volato in Inghilterra. Una nazione che ha avuto una storia  caratterizzata dalla magia e da uno spiccato senso delle attività fisiche in tutte le sue svariate forme. Ecco il motivo per il quale ha visitato i luoghi di Harry Potter e ha testato una nuova attività, cercando di capire se potrebbe essere utile o meno alla nostra causa.

E io? Beh io invece, seguendo l’esempio di Carlo, ho testato su di me la reale utilità delle caviglie.
Volevo capire se davvero sono così indispensabili o se si può farne a meno, ottenendo sempre degli ottimi risultati di corsa. Per ora ho riscontrato che la camminata normale ne risente, ma la corsa è tutta un'altra cosa, e domani la testerò.

Voi vi chiedere il perché di tutto questo.
Beh è semplice, creare il Piovono Runners perfetto.
Dite che è da folli?
Vedremo, quando ci saremo riusciti, chi saranno stati i folli.

lunedì 9 maggio 2011

Emigrazione Cannes-destina

Domani, con una Mini pericolosamente verde come la bandiera libica, cercherò di varcare il confine di Ventimiglia.
Ai gendarmi dirò che il verde è un omaggio al fazzoletto di Borghezio, che Materazzi è uno stronzo e che la Gioconda alla fin fine se la possono tenere.
Questo dovrebbe bastare per farmi entrare.

La mia meta è Cannes, come ogni anno in questo periodo, per il Festival. Un bel po' di film, qualche festa, speranze di sole e  corsa in riva al mare. Questo è il programma fino a lunedì prossimo.
Come ho fatto da Berlino, cercherò di raccontarvi le mie imprese - podistiche e non - in tempo reale, presa diretta e salsa bourguignone.

Breve excursus sul weekend appena trascorso. Avevo promesso una doppietta. Alla fine ho optato per una, fatta bene.
E' una spiegazione che noi maschi usiamo spesso.
Domenica, da vero atleta, mi sono svegliato alle 12. Alle 13.15 ero in completo da running. Alle 13.20 ero già sudato come Galeazzi dopo una telecronaca di canottaggio.
Diciamo che avevo sottovalutato il sole a picco e i 30 gradi di temperatura, ma ormai ero uscito. Il programma diceva 16 km e 16 km sono stati. Me li sono sudati sulla Marti (risulto troppo compiaciuto con questi doppi sensi? Ditemelo e smetto), arrivando fino a Cologno.
Durante il ritorno ho fatto la doccia sotto tutte le fontanelle che ho trovato lungo il Naviglio, per evitare di svenire per il calore.
Mi sono anche guadagnato l'applauso di due pensionati, seduti all'ombra su una panchina, che mi hanno gridato una cosa che non ho capito, tipo "Vai, sei a 15 e 4". Cosa?
Probabile che abbiano detto tutt'altro e che io fossi troppo rincoglionito dal sole per capire.

E' finita con un gelato sotto casa, prima di salire, e con la faccia cortesemente disgustata della commessa della gelateria che ha preso in mano la banconota fradicia che avevo tenuto in tasca per tutti i sedici chilometri di corsa.
Pecunia non olet, dicevano i Latini. Sicuri?

domenica 8 maggio 2011

Un marziano a Oxford

No, non è l'ultimo film di John Landis.

E no, non è un deja vu. L'altra volta il marziano era a Cambridge. E il titolo serviva per annunciare l'ultima missione dei Podisti da Marte.

La missione è andata alla grande: 3808 euro raccolti per Pangea Onlus. Una enorme "P" per ricordare Paolo.

(foto di Antonio Capasso

Purtroppo nessuno dei Piovono Runners ha potuto esserci. Maledetto lavoro!!

Ci rifaremo a giugno, alla prossima missione.

Scrivevo, l'altra volta a Cambrdige, questa volta a Oxford. Sabato. E anche domenica.

Sono partito la sera alle 21 da Londra. Importanti incombenze mi avevano intrattenuto a Londra fino a quella tarda ora. In più dovevo preparare un goodbye lunch per la mia coinquilina.

All'uopo (il goodbye lunch) mi sono svegliato la mattina presto, alle 10. Colazione, spesa e alle 14 ho cominciato a cucinare.

Pappardelle con besciamella e funghi.
Pasta all'uovo stesa in casa. Besciamella preparata da me. Funghi scrausi del mercato.

Alle 16.30 abbiamo cominciato a mangiare. L'attesa è stata lunga. Ma ne valeva la pena.


Finita la mia modica porzione mi sono incamminato per Oxford. Dopo un po' che camminavo ho preso autobus e treno. Non contemporaneamente.

Perché a Oxford, vi chiederete? E perché passarci la notte?

A Oxford, perché da circa due mesi volevo andare a trovare Matteo, un amico trentino che lavora all'omonima università.
C'ho passato la notte per colpa di una malattia. Si chiama podismo. La sintomatologia è molto varia. Nel mio caso si manifesta con il desiderio di esplorare i luoghi correndo.

No, non è un deja vu. L'avevo scritto anche l'altra volta.

Scarpe, pantaloncini e maglietta da marziano erano nello zaino. Per celebrare il successo della missione.

A Oxford sabato pioveva. Tanto. Con Matteo siamo andati a un ristorante indiano dove ho potuto mettere alla prova il patrimonio genetico trasmesso da Nonna Pina. "Mi porti dell'agnello, il più piccante che avete".

Un'ustione di quarto grado alla bocca, una birra e tanta acqua dopo, io e Matteo ci trovavamo a casa sua. A parlare di Trento, di politica, dell'Inghilterra, e delle portatrici inglesi di ghiandole mammarie (volgarmente detta f..a).

Sveglia all'alba delle 9. La prima colazione non è stata all'inglese, ma il lamb jalfrezi occupava ancora buona parte dello stomaco.

La pioggia aveva lasciato il posto alle white clouds.

Giro turistico di Oxford, con una guida d'eccezione. Tutti possono visitare i college più importanti.
In pochi lo possono fare gratis. Matteo può. E anche chi è con lui.
Ne ho approfittato per guardare il monumento più importante dell'università. Non a caso, quello con l'ingresso più caro di tutti.
La Great Hall del Christ Church College. Dove hanno girato Harry Potter. Più di 900 anni di storia, e ciò che attrae orde di giapponesi, americani e il sottoscritto è il mago con gli occhiali.

Il resto della giornata è stato altrettanto memorabile.
Punting, birra, giro della città, Manchester-Chelsea al pub (con birra), messa nella cappella di Oxford, treno, casa.

La corsa? Niente. Tanto camminare, ma niente corsa. Sostituita con attività fisica di ben più alto spessore: il punting.

Il punting consiste nello spingere una imbarcazione lunga e piatta lungo i canali di Oxford o Cambridge, usando un lungo palo metallico.

Solitamente si usa questa barca per vedere i college e la campagna intorno a Oxford. Nel nostro caso è servita a bagnarci con la palta dei canali e a farci umiliare dai turisti americani.

Certo, 20 km di corsa non sono paragonabili a 200 metri (scarsi) di punting. Ma le foto mostrano comunque due atleti di grandissimo livello.

L'atleta nella foto è molto orgoglioso.
Ha appena vinto la gara a chi c'ha l'asta più lunga.

L'atleta mentre affonda l'asta nella mota.
Che pathos!!

Oxford val bene una corsa. E per allenarsi ci si può sempre svegliare alle 5.30 di lunedì. O sbaglio?