venerdì 6 maggio 2011

La doppietta

Quella doppietta che farà Rolando Bianchi domani contro il Siena? Magari.

Una di quelle doppiette di cui ci si vanta con gli amici la mattina dopo? Impossibile, la Bionda mi ha mollato qui ed è volata  a Catania per il weekend.

Ne rimane solo una. Questo weekend vorrei fare doppietta di corsa.
Mi può aiutare in vista della Mezza di Asti, a cui mi sono ufficialmente iscritto.
Può servire anche a sfogare il testosterone in maniera alternativa. E se non è sufficiente, alla fine ci si fa una doccia gelida.
Se ancora non basta, si guarda la messa di Papa Ratzinger da Piazza San Pietro o una puntata della Signora in Giallo
Bisognerebbe sempre avere una messa o Jessica Fletcher registrate sul My Sky, nell'evenienza.

Diciamo comunque che questa settimana sono tornato regolare. Non nel senso di Alessia Marcuzzi.
In quello podistico.
Sarà stato l'arrivo di Valerio sul blog ad avermi stimolato (sempre non nel senso actiregularis, ma agonistico). Martedì in compagnia della Marti ho fatto una cosa che non mi ricordo se si chiami fartlek, tempo run o che cosa, ma che in pratica è una serie di ripetute fatte così: 1200 metri, poi 1000, poi 800, 600, 400, 200, intervallati da un riposo di duecento metri tra una ripetuta e l'altra.

Stamattina, dopo la prima notte debiondizzata, mi sono alzato un'ora e mezza prima del solito (è l'ormone inquieto, ve l'ho detto..) e alle 7 sono uscito a correre, portando a casa i miei 8 km come da programma.
Sono partito dal mio nuovo parco d'ordinanza, i Giardini di Via Palestro, ma non sono riuscito a limitarmi lì dentro.
Lo scrissi qualche tempo fa, ritengo di essere nato come vero runner quando ho osato uscire dal liquido amniotico protettivo di un parco per affrontare di corsa la città.
Da allora non ho più smesso e non riesco più a confinarmi dentro a un recinto. I parchi sono bellissimi, ma sono un po' lo zoo dei runner o le riserve degli indiani. Uno spazio delimitato, autorizzato, fintamente libero. E' la città che va invasa, è lì che si lotta "fianco a sportello" con le stupide scatole a quattroruote che dominano lo spazio urbano. I parchi vanno bene da attraversare, per rigenerarsi, ma non ci devono ingabbiare.

Quindi oggi, dopo un giro ai Giardini ho imboccato via Moscova, l'ho fatta tutta e sono arrivato all'Arena. Giro del Sempione e del Castello e ritorno tagliando per Brera.
Colazione al bancone di Pandenus, con brioche e succo di frutta.
Doccia.
Ufficio.

mercoledì 4 maggio 2011

Un marziano a Cambdridge

No, non è l'ultimo film di John Landis.


Domenica sono stato a Cambridge. E anche lunedì. Sì, anche lunedì. Perché mentre VOI italiani sfigati lunedì 2 maggio tornavate in ufficio dopo un misero fine settimana, NOI inglesi strafighi lunedì 2 maggio avevamo vacanza. Recuperavamo il 1 maggio perso domenica. Quattro giorni quattro di cazzeggio, grazie al Royal Wedding. UAH UAH UAH.

Dicevo, domenica sono stato a Cambridge. E anche lunedì. Ho dormito in un piccolo ostello vicino alla stazione. Cambridge si può visitare tranquillamente in un giorno, da Londra. Certo, se si vuole vivere la VERA Cambridge tre anni di college forse non bastano. Per uno che vuole farsi un giro superficiale della città con una guida, un giorno è più che sufficiente. Anche due ore se siete giapponesi.

Perché allora passarci la notte? I locali alla moda? Le birre artigianali? I viados a prezzi scontati?

La sera l'ho passata al cinema. Costava meno che a Londra. Le birre le ho bevute. Ero appena entrato a far parte di questa comunità di alcopodisti, non potevo esimermi. I viados non li ho trovati. E comunque erano per un amico.

Cinema, birra. Tutte cose che avrei potuto fare in un giorno, o a Londra. Perché passarci la notte? (A parte per i viados).

Colpa di una malattia. Si chiama podismo. La sintomatologia è molto varia. Nel mio caso si manifesta con il desiderio di esplorare i luoghi correndo.

Domenica ho controllato sulla mappa i punti che mi interessava vedere. Ho bevuto due pinte in due pub diversi. Ho visto Source Code (una cagata pazzesca). Ho puntato la sveglia alle 6, per fare un giro completo di Cambridge.

Svegliato alle 8 con l'alito da alcolizzato e il mal di testa.

Il giro è stato comunque piacevole. Meno lungo di quanto avrei voluto, ma piacevole. La riva del fiume, le vie del centro, l'ingresso abusivo nei giardini dei college, il countryside. Il tutto in 10 km. Cambridge è davvero uno sputo.

Ho corso vestito da marziano.

Con le orecchie a sventola, la testa triangolare e la maglietta gialla. Le prime due sono caratteristiche fisiche, grazie per averlo notato. La terza è la maglietta dei Podisti da Marte.

L'Inghilterra avrà anche la birra buona, ma le mancano i marziani. Voi (milanesi) che potete, venerdì GIOVEDI' 5 maggio 2011 alle ore 19.30 partecipate alla 26° missione dei Podisti da Marte: "Viva la Mamma". Questa volta si corre per la Fondazione Pangea Onlus e in memoria di Paolo Zucca, il maratoneta marziano morto dopo la maratona di Milano.

Qui per maggiori informazioni: http://www.podistidamarte.it/
I racconti delle ultime tre missioni marziane potete trovarli qui, qui e qui. Questa non potrò raccontarla. Ci pensi tu Cristiano?

martedì 3 maggio 2011

Running away the hangover

Correre fa bene. Questo si sa da sempre. Ma correre fa anche bere e a noi fa bere alcolici. Che ci troviamo a Milano, o a Londra, la solfa non cambia.

La sera prima della maratona di Roma due birre. Quella prima della maratona di Milano, alle tre del mattino, contemplavo il fondo del quarto vodka-lemon. Lunedì mattina di Pasquetta, sul lungomare di San Sostene, smaltivo l'alcool delle feste.

Questa domenica, quella appena passata, ero reduce da un addio al nubilato (sì, nubilato! e stranamente, vista la decisa avvenenza, non uscivo nudo dalla torta a fine cena. un vero peccato, mi dicono).

Il rientro era avvenuto alle sei del mattino (la festeggiata già dispersa alcune ore prima), zigzagando da un muro all'altro per non cadere a terra, per riuscire a fermarmi e per cambiare direzione.

Alle nove e un quarto ero già sveglio. Occhio pallato, fronte sudata, stomaco forza otto. Di riprendere a dormire non se ne parlava proprio.
In borsa, però, sapevo che c'erano loro, le scarpe. E così, senza piegarmi troppo per allacciarle, sono uscito al sole e alla brezza marina di Santa Margherita Ligure.

I primi passi non sono stati molto decisi, ma piano piano il ritmo si è fatto più stabile, il fiato regolare, e ho iniziato a godermi la corsa sulla litoranea che collega Santa a Portofino, e che non esito a definire una delle più belle fatte finora.

Da un lato le onde del mare che si infrangono sulla scogliera, dall'altro il monte di Portofino, ammantato di alberi. Il sole alto, ma non troppo. La brezza di mare che mantiene la temperatura sempre delicata. Arrivo a Paraggi e mi sento bene, carico di energia positiva e proseguo fino a Portofino. 

Al ritorno, mentre passo affianco al Covo, mi ricordo improvvisamente che, a un certo punto della serata, ho cantato (e ballato!) a squarciagola questa canzone


Tronfio raddrizzo le spalle, sollevo ben alto il capo e ritorno in albergo

Destination Calabria

Questo post avrebbe dovuto essere scritto oltre una settimana fa.

Sabato 23 aprile ho preso un aereo. Per dove? Ecco qua:


Esiste un trittico di paesini rurali: Sant'Andrea Apostolo dello Jonio, San Sostene e Davoli, con relative marine (cioè si aggiunge Marina alla fine e si creano altri tre paesini), molto vicino a Soverato, dove ho trascorso le prime 16 estati della mia vita e dove ogni tanto torno ancora.
Non sto a raccontare tutto quello che ho mangiato e tutto quello che ho visto in occasione delle celebrazioni per la resurrezione. Troppo tempo, soprattutto per il cibo.

Ma la "Confronta" va vista. Gesù e sua madre Maria si incontrano dopo la resurrezione. Lei è velata di nero, a lutto. Lungo la strada, da lontano, vede il figlio. I due si riconoscono. Maria getta il nero velo al vento e corre incontro a Gesù.
Questo incontro viene rievocato in tutti e tre i paesini con le statue artistiche di Santi e Divinità che ogni chiesa calabrese che si rispetti deve avere.

San Sostene:

San'andrea:


Manca quella di Davoli, così anche voi sarete salvi dal dover decretare la migliore. Ingrato compito che i parenti dei tre paesini avevano deciso di affibbiarmi e che ho evitato, giustamente, come la peste.

Domenica mattina, e lunedì mattina, prima di iniziare il tour delle rievocazioni e dei pranzi, ho corso dieci chilometri sul litorale della mia infanzia. Odore di salsedine, di Eucalypti, di Pini e sabbia di mare. Il vento in faccia ed il mare blu scuro, teso, sferzato dal vento.
Questo è il mio mare, di meglio non esiste:

lunedì 2 maggio 2011

Il nome della sposa

Mi hanno presentato come la nuova sposa di Piovono Runners. Venerdì 29 aprile 2011, il giorno del Royal Wedding.


Mi trovo a Londra ancora per qualche settimana. Ero a Londra quando Catherine Middleton pronunciava davanti a 2 miliardi di telespettarori "I will". E come le altre 1 miliardo 999 milioni 999 mila 999 persone, attendevo trepidante quel momento. La pelle d'oca, quando è entrata a Westminster Abbey. Un sorriso commosso, allo scambio dell'anello.

Il bacio non l'ho visto. Ero già comprare tazze celebrative in uno street party. Per la maggior gloria della monarchia britannica.

Quando ho letto che avrei avuto il ruolo della sposa, ho provato le emozioni di una principessa. Anche se il nostro "I will" è stato un po' meno romantico.

Posso scrivere per Piovono Runners?
Ti facciamo sapere.
Porto in dote tre birre.
OK.

Un caveat è necessario. Tutto questo trasporto romantico, l'emozione di una storia che nasce, non deve obnubilare le nostre menti. Mi rivolgo a chi legge. E soprattutto mi rivolgo ai novelli mariti: Carletto, Cristiano e Nizza.

Esco da un'esperienza monogama di 4 mesi. Quasi onanistica. Tante persone hanno seguito su un blog le mie storie. Io lì, sempre fedele a scrivere. Sempre rispettando quella monogamia forzata. Oddio, una scappatella l'ho avuta, un articolo su Runner's World di aprile. Ma sempre per la miglior gloria del mio compagno.

Adesso mi butto in una gang bang. Con tutti questi maschioni ansimanti e sudati che si aspettano prestazioni molto lunghe (e veloci). Voglio essere uno spirito libero.

Sarò più Pippa che Catherine Middleton. Anche se mi impegno a rispettare il voto della mia sorellona putativa. Parola per parola.


Riuscirò a superare le Middleton in classe ed eleganza? Probabilmente no. Anche perché non mi depilo.

Che stupido, non mi sono neanche presentato. Sono Valerio. Gestivo Milano-Londra. E Carletto non ha controllato fino in fondo. Maschio, siciliano, peloso. Piovono Runner.

Torniamo a parlare di corsa, finalmente

Ieri infatti sono andato in bicicletta.

Tre ore di pedalata, nella zona agricola tra Milano e Pavia, con la mia borghesissima bici da città. Missione segreta, meglio: privata.
Al mio grillo parlante (lo vedo più come un Brucaliffo, che fuma e spara sentenze) l'ho venduta come un'ottima alternativa ai 16 km che avrei dovuto fare di corsa, secondo il programma.

Notare: è diventato il programma. Non è più la Tabella, con la T maiuscola. Ora per definire il metodo di pianificazione dei miei allenamenti uso una modesta parolina con la p minuscola. Non fa paura a nessuno, nessun timore reverenziale.
Per questo lo si trasgredisce con tanta facilità e ci si permette di raccontargli delle balle, come ho fatto io ieri.
Nessuno mentirebbe mai alla Tabella.
Il programma invece lo si può prendere per il culo, senza temere ritorsioni.

Perché diciamocelo, Piovono Runners. Abbiamo fatto un mese da leoni, tra metà marzo e metà aprile. Maratone, staffette, stramilane, gare all'alba.
I click del blog sono schizzati in alto, raggiungendo vette impensate.
E' arrivato l'ad di Google, offrendoci alcuni miliardi di dollari per comprare il blog. Io ho detto no, grazie, sono ricco di famiglia.
Poi Amazon ha tentato di scalarci. Carlo ha spalmato il server di olio bollente e Amazon è scivolata giù.
C'è stato anche il tentativo di Yahoo, con quell'opa ostile. Nizza ha risposto prontamente, attaccando la Kamchatka con sette carroarmatini. Abbiamo avuto la meglio anche quella volta.

La sbornia del successo si è trasformata in appagamento.
Scuse e bugie hanno reso i nostri nasi più lunghi delle nostre falcate.
Gli allenamenti si sono diradati, come i capelli di Nizza.

Resta quella frase scolpita sotto il logo del nostro blog: "Il 29 maggio saremo ad Asti, per la Mezza Maratona".
E' un monito.

Da domani non si sgarra più.
(stasera aperitivo)